
Mald’è tra scena e video
Grazia D’Arienzo sta conducendo una ricerca presso l’Università degli Studi di Salerno dedicata al teatro tecnologico ispirato a Samuel Beckett. Sulla rivista “Antropologia e teatro” dell’Università di Bologna è apparso un suo saggio. Nella prima parte si affronta l’opera video di Mald’è che rielabora “Not I”.
Qui è possibile scaricare il saggio completo in PDF
Di seguito l’abstract:
Le operazioni di innesto tecnologico all’interno dell’evento performativo, così come i tentativi di inglobamento della scena nel video, sono negli ultimi anni al centro di attente disamine critiche sul fenomeno delle forme ibride e sull’interazione tra live e medializzato. All’interno del dibattito ancora in fieri su tali pratiche, il progetto preso in esame nell’articolo − mald’è − occupa senza dubbio una posizione singolare, ponendosi come tentativo di sintesi tra l’esperienza di attrice di Matilde De Feo e quella di filmaker e multimedia designer di Mario Savinio. Oggetto della mia analisi sono, in particolare, le dinamiche contaminative che caratterizzano una produzione audiovisiva (Non io) e uno spettacolo multimediale (Il principio di indeterminazione di Heisenberg) tesi rispettivamente alla rielaborazione in chiave “elettronica” di un testo beckettiano e all’integrazione organica tra la proiezione video e il teatro di parola di Dario Fo e Franca Rame.