
Il manoscritto di “Endgame”
Come già detto, qualche giorno fa ho avuto l’occasione di sfogliare il manoscritto originale della traduzione dal francese all’inglese di Finale di partita che lo stesso Beckett compì nel 1957. Riporto qui una descrizione di questo materiale, sperando che possa tornare utile a studiosi e appassionati.
Tutto il testo è contenuto in un quaderno piuttosto spesso (molte le pagine inutilizzate alla fine), rilegato con una fettuccia di stoffa blu. Sulla copertina (di colore verde chiaro) è stampato il disegno di un veliero con, sotto, la scritta “ILE-DE-FRANCE” in maiuscolo. Ha tutta l’aria di essere un comunissimo quaderno acquistato in cartoleria.
Prima curiosità: sempre sulla copertina, scritto a penna e poi cancellato con ampi tratti diagonali, c’è il titolo “ALL THAT FALL”, anche questo tutto maiuscolo. All that fall (“Tutti quelli che cadono”) è il titolo del primo radiodramma di Beckett. Sappiamo che fu scritto a Ussy nel settembre del 1956 (sia il manoscritto olografo che il primo originale dattiloscritto del radiodramma sono conservati, tra l’altro, sempre all’interno della Samuel Beckett Collection dell’Harry Ransom Center dell’università di Austin). Ciò mi fa supporre che Beckett abbia acquistato quel quaderno per comporre Tutti quelli che cadono, ma che abbia poi scritto il radiodramma su un altro taccuino, riciclando il precedente per Finale di partita (mia illazione, ovviamente).
Tutte le scritte, sia in copertina che nelle pagine interne, sono in inchiostro blu. Si vedono chiaramente un paio di punti in cui la penna (stilografica?) stava esaurendo la carica e poi subito dopo l’inchiostro tornare scintillante.
Sulla prima facciata di sinistra Beckett ha scritto:
This is the original ms of my translaion of “Fin de partie”
Seguono la sua firma e altre due righe:
commenced may 1957
finished june 1957
Quindi inizia subito il testo teatrale, tutto scritto solo sulle facciate di destra del quaderno. Su quelle di sinistra compaiono ogni tanto degli scarabocchi. In uno di questi si intuisce chiaramente la sagoma di Hamm ricoperto dal lenzuolo. Un altro scarabocchio rappresenta la sedia a rotelle, un altro ancora un omino a mezzobusto che è probabilmente Hamm stesso. Nella pagine successive ho creduto di individuare uno dei bidoni in cui alloggiano Nagg e Nell. Molti scarabocchi però sono astratti e non sembrano rimandare, almeno non direttamente, agli elementi del testo teatrale. La cosa particolare è che la maggior parte di questi scarabocchi è stata disegnata sull’estremo margine destro delle facciate di sinistra, dunque vicinissimo alla cucitura delle pagine del quaderno. Sugli scarabocchi presenti nei manoscritti beckettiani esistono diversi studi (vedi qui e qui).
Già sapevo che la calligrafia di Beckett è al limite della leggibilità (vedi qui). Anche per questo, alla fine, ho scelto il manoscritto di un’opera che conosco molto bene scritta in una lingua che conosco abbastanza bene. Non avrebbe avuto senso, per me, scegliere il manoscritto di Come è in francese.
Nel testo, tutte le parti non dialogiche (a partire dall’indicazione più frequente: pause) sono sempre sottolineate.
Nella barzelletta raccontata da Nagg le parole WORLD (“mondo”) e TROUSERS (“pantaloni”) sono scritte in maiuscolo. Prima di quest’ultima (un sinonimo di trousers immagino) ce n’è una cancellata, purtroppo illeggibile. In generale, comunque, le cancellature lungo tutto il testo sono poche. Fa eccezione la parte in cui Clov guarda fuori dalla finestra con il cannocchiale e poi dice «Tutto è… mortibus». Quella pagina lì è particolarmente travagliata.
Le rare scritte sulle facciate di sinistra (quelle dove compaiono gli scarabocchi, per capirci) sono le varianti definitive del testo. Prendiamo ad esempio l’ultima battuta di Hamm:
Old stancher! (Pause) You… remain.
Ebbene. Nella facciata di destra (quella dunque della prima stesura) Beckett aveva scritto
Old stancher! (Pause) You……. stay with me.
Accanto (facciata di sinistra, quella con le correzioni definitive per la seconda stesura) c’è scritto, cerchiato:
You… remain.
Ho riportato fedelmente i puntini di sospensione: nella prima stesura sono effettivamente sette mentre nella seconda stesura sono tre.
Non posso fare a meno di notare che Fruttero, nella sua celebre traduzione italiana, ha in qualche modo conservato qualcosa della prima stesura («Vecchio straccio! (Pausa) Tu… resterai con me.»). Invece Cecchi, in quella che io considero la messinscena perfetta di Finale di partita, più fedelmente si limita a «Vecchio straccio! (Pausa) Tu… resterai.»).
E questo è quanto. Un’ultima curiosità personale. La Beckett Collection, all’Harry Ransom Center, è conservata in scatoloni (box) all’interno dei quali i singoli documenti sono custoditi da cartelle (folder). Mentre chiedevo agli addetti i materiali che volevo visionare (“Endgame. Box… three. Folder… five”) non potevo non pensare al vecchio Krapp (“Box… three. Spool… Five”). Già, esattamente “tre” e “cinque” come nella prima battuta di quella pièce.