Dan Gunn e l'epistolario beckettiano

Dan Gunn e l’epistolario beckettiano

Sebbene non tutti siano d’accordo con me su questo punto, sono convinto che anche negli anni in cui Beckett si è dedicato principalmente al teatro, la scrittura teatrale per lui è sempre rimasta una distrazione rispetto alla scrittura in prosa che riteneva essere la più profonda ed essenziale forma di ricerca letteraria. Con ciò non nego che il lavorare in teatro sia stato cruciale per Beckett, ma mai importante quanto scrivere narrativa.

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I lettori del terzo volume troveranno brani che confermano questa mia teoria. Subito dopo aver scritto Finale di partita Beckett dichiarò che ora era tempo per mettersi davvero al lavoro su qualcosa di letterario, su qualcosa di essenziale. La prosa per lui era l’esplorazione. La drammaturgia, più che altro, una consolazione.

Attendendo l’uscita del terzo volume del monumentale epistolario beckettiano, Rhys Tranter ha intervistato Dan Gunn, uno dei curatori dell’opera. Potete leggere l’intervista completa su The Quarterly Conversation.